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Dottore, chiami un dottore! (cit.)

Mo'... in mezzo a tutto questo gran parlare di vaccini, sarà pure stata una coincidenza.

Ma ieri c'è stata una amena e rilassantissima puntata de "La casa nella prateria" in cui scoppiava un'epidemia di tifo.

Tanto per cominciare, la gente appena sentiva la parola (giustamente) sbiancava.

Poi, qua e là, c'erano persone che improvvisamente si accasciavano a terra in preda a febbre e a spasmi.

Quel figaccione di Charles Ingalls che spaccava blocchi di ghiaccio con la pala perchè non esistevano gli antipiretici e immergersi febbricitanti in una vasca piena di ghiaccio era il solo modo per abbassare la febbre.

Lui, infettato, che non poteva tornare a casa dalla moglie per non ammazzare mezza casa e lei che gli faceva un sorriso forzatissimo come a dire: "mi sa tanto che tirerai le cuoia ma faccio la moglie Mulino Bianco che deve essere forte."

Ancora lui che girava per tutte le fattorie col carro per vedere se c'era gente malata o superstiti.

Il parroco che gli gridava: porta delle coperte e pure una pala per seppellire i morti!

Bambini agonizzanti che dicevano: "sto morendo vero?" e i grandi che rispondevano: "ma no caro, non pensarci" e poi si guardavano come a dire "scava una fossa in più".

Diciamo che dopo, i medici corrotti, le multinazionali farmaceutiche, Bigpharma, la cara vecchia Tachipirina e perché no...anche i vaccini, tanto schifo non mi hanno fatto, va...

(Ah, se a qualcuno dovessero venire dei dubbi anche sugli antibiotici, c'è anche la puntata in cui Caroline, per non morire, si apre una ferita infetta con un coltellaccio da cucina e la passa sulla fiamma per disinfettarla. Così, per dire...).

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