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Visualizzazione dei post da agosto, 2018

Pomeriggi d'inverno. Storie di periferia (seconda parte)

Ultimamente faccio un sogno ricorrente. Io che cammino su una strada non asfaltata, nella luce bassa e non troppo decisa di un pomeriggio invernale. La strada è lunga, bisogna svoltare più di una volta e ricordarsi bene gli incroci giusti. Intorno ci sono campi e vigne, sotto quella luce hanno qualcosa di bello, di dolce, ma non mi soffermo tanto a guardarli. Ho sempre un filo di ansia in gola: la sensazione di non potermi mai distrarre completamente, di dovermi guardare le spalle, di dover badare a me stessa.

Dall'altra parte del capolinea. Storie di periferia

Quando eravamo ragazzini non eravamo né meglio né peggio dei ragazzini di adesso. Forse c'era un insieme di cose, specialmente da noi in periferia, che ti faceva crescere con una specie di scorza, fatta di un qualcosa a metà tra l'ignoranza e l'ingenuità, del non conoscere tanti aspetti del mondo, e un po' invece di fin troppa realtà, che non si sentiva raccontare, ma più che altro si viveva. Ti mancavano sempre un po' di pezzi e perciò a una certa età a molti veniva uno sguardo tra il disincantato e il perplesso. Non so se fosse un bene o un male, ma era così. Un esempio tra tanti: noi per spostarci prendevamo l'autobus.

Scienziate da pannolino

Speravo tanto che almeno di quest'incubo ci fossimo liberati, invece succede ancora che rischi di strozzarti con la forchettata di spaghetti al sugo perché all'improvviso ti compare davanti agli occhi 'sta tipa poco più che diciottenne col camice aperto sul davanti per far vedere quanto è figa, il sorriso sull'ebete andante e di sottofondo il tormentone  "ogni mamma è una ricercatrice".

Chi butteremmo giù dal ponte

Davvero. Io lo dico onestamente, se fosse caduto qualcuno dei miei cari da quel ponte non mi sarebbe fregato niente di nessuno. Sarei incazzata nera e basta.

Trovatevi un hobby (e che non sia la nostra pancia)

La tentazione era forte. Sapevate che esistono bamboline di plastica dall'aria cattivella che raffigurano piccoli feti abortiti? O spillette a forma di piedini di neonato da attaccare sulla giacca, distribuiti con un sorriso da convinti attivisti "pro-life"?

Purity ball. Non aprite quelle...gambe!

Aho, che vi devo dire? In quest'epoca di nuovi oscurantismi, di nuovi medioevi, di cacce alle streghe, mi è toccato pure assistere, in un caldo giorno d'estate, ai dialoghi un po' sconnessi di un gruppo di ragazzine che parlavano di bandire shorts e panta-collant, di smettere di mostrare le spalle, di indossare pudiche  t-shirt "di salvataggio" sotto top e canottiere (temperatura dell'abitacolo dell'auto: 42°) e, sulla scia di questa preoccupante ondata di pudicizia, del nuovo (?) trend: la purezza, la gioia dell'aspettare e bla bla bla.

Mamme no-vax, un po' vegane e anche un po' terrapiattiste

Mamme, io vi amo. Se non altro perchè nel solo atto di partorire avete dimostrato un coraggio e una forza fisica che io forse non avrei. Oltre  che per la pazienza e la perseveranza con cui sopportate quei marmocchi sempre pieni di energie.

Bulli e pupe (mamme per niente informate e bambini sopravvissuti)

A volte la vita sembra difficilissima, composta da una serie di problemi infiniti, incastrati l'uno dentro l'altro come fossero una matrioska, da quando apri gli occhi a quando li richiudi e persino mentre dormi. A volte ti domandi veramente come farai a sopravvivere. Ma poi ti ricordi di essere sopravvissuto agli anni della scuola.

La difesa contro le forze oscure

In questi giorni (purtroppo) mi vengono spesso in mente le parole di due che considero tra i miei più grandi maestri. Sì, uno è Albus Silente. L'altro è il mio ex professore di lettere delle scuole medie, il carissimo professor Carlo Baiocco.

Fatelo per l'ItaGlia

Ok. Parliamo di questo nuovo e a dir poco inquietante spot della Chicco, quello sul "baby boom". Per tutti quelli che alle perplessità di molti hanno risposto con "fatevi una risata".

Dottore, chiami un dottore! (cit.)

Mo'... in mezzo a tutto questo gran parlare di vaccini, sarà pure stata una coincidenza. Ma ieri c'è stata una amena e rilassantissima puntata de "La casa nella prateria" in cui scoppiava un'epidemia di tifo.